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Topic: Come si impara ad andare in moto? (Letto 4426 volte) Topic precedente - Topic seguente
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Come si impara ad andare in moto?

Giorni fa ero ad un convegno ed un primario chirurgo ha iniziato il suo intervento così: "Sappiate che non esistono scuole per la pratica chirurgica, si diventa bravi chirurghi imparando dai propri errori". Se la sua era una provocazione studiata per cercare l'attenzione dei presenti, dal brusio in sala, l'intento era certamente stato raggiunto. Poi, mentre lui continuava il suo intervento sui nuovi orizzonti della micro chirurgia laser, io pensavo che molte cose si imparano dai propri errori. Anche andare in moto. 

Per spostarmi, sia in città che fuori, uso le due ruote, ormai da oltre 40 anni. Per mia fortuna, non ho avuto incidenti gravi e non sono caduto troppe volte. Avrò percorso più di un milione di chilometri, per cui ho una qualche esperienza e penso che in moto ci so andare. Riflettevo, ma come ho imparato? Anch'io, certamente, dai miei errori! Dal primo, con il mitico Vespino Special appena ritirato e avevo urtato una macchina. Poi a 16 anni è arrivato il Vespone nuovo, con cui il secondo giorno avevo ho tamponato il Maggiolone che mi precedeva. Due vecchie ferite che, più di tante parole, mi hanno fatto capire come varia lo spazio in funzione della dinamica del mezzo.

L'elenco potrebbe continuare. L'esperienza basata sugli errori non riguarda solo quelli nostri, ma, e principalmente, quelli degli altri: lo sportello che si apre di una macchina ferma che si sta superando, la svolta dell'auto senza freccia, l'autobus che quando gira stringe la curva od il pedone che scende dal marciapiede senza guardare. Episodi che, chi è andato in moto ha fatto propri, creando all'interno una attenzione preventiva per una attenta valutazione di quello che può accadere, prima che accada. Questo vale anche per semafori verdi od incroci di cui sia ha la precedenza. Si rallenta sempre, in modo che se passa il "cretino" c'è la possibilità di evitarlo. La curva su un tratto di asfalto che potrebbe risultare scivoloso o con una buca, si prende ad una velocità in cui c'è la possibilità di controllare il mezzo. Ho letto le discussioni a seguito della pubblicazione del filmato in cui un ragazzo inglese, in un tratto di strada di campagna con il cartello "slow", correndo a 160 km/h, ha sbattuto contro una macchina che gli ha attraversato la strada. I genitori, per me giustamente, hanno voluto che il filmato, fatto con la GoPro sul manubrio del figlio, fosse messa su YouTube come monito ad altri giovani a guidare con prudenza. Oltre la drammaticità del filmato, la cosa che mi ha colpito, sono stati che quasi tutti i commenti dei nostri colleghi motociclisti erano contro il conducente della macchina. Le alte velocità si possono raggiungere in pista, o ci si deve assumere il rischio - possibile - che è rappresentato da un eventuale ostacolo che si può incontrare sulla propria strada. Il rischio che comporti la perdita di una vita, principalmente la propria, è inaccettabile. Quindi guido con prudenza, che non vuol dire andare piano, ma semplicemente adeguare l'andatura alla situazione. Chi mi conosce sa, che quando c'è la possibilità, mi piace tirare le marce ed accennare qualche piega in curva. L'adrenalina mi entra nel sangue e mi sento meglio: è la mia Mototerapia.

Adesso non sbaglio più? No, e continuo ad imparare. Ad esempio l'ultima mia  caduta è stata ripartendo  dal semaforo in maniera "robusta", quello davanti frena, io inchiodo e la ruota anteriore si blocca con conseguente scivolone. Ora, ai semafori, riparto più tranquillamente. Comunque, per non farsi male, serve anche una buona dose di fortuna, ma non se ne deve approfittare, e questo vale sempre.

Attenzione poi a trasmettere il nostro entusiasmo, contagiando amici che avevano lasciato le due ruote da tempo. Riprendere la moto dopo i 50 anni ti fa sentire giovane, più di quello che sei, ma i riflessi non sono quelli che ci si ricordava di avere. Poi, può capitare di avere un senso di colpa, perchè ci si sente responsabili di qualche osso rotto che, forse, si poteva evitare. Ovviamente parlo per esperienza personale ed ognuno si comporta come crede.

Ma allora, per imparare ad andare in moto, bisogna sbagliare? Ai miei due figli ho insegnato a guidare con prudenza, non fare cose inutili, anticipare e prevedere i possibili errori, anche quelli degli altri, e quando non se la sentono di lasciare la moto e farsi accompagnare. Nonostante queste indicazioni, che debbo dire hanno bene assimilato, hanno imparato solo quando hanno avuto un impatto vero con l'asfalto, scivolando sul bagnato o passando in un incrocio pensando che fosse libero e non lo era.

Si, si impara ad andare in moto, dagli errori, propri e degli altri.

Re:Come si impara ad andare in moto?

Risposta n. 1
dalla mia esperienza non posso che concordare nella tua analisi.
purtroppo l'esperienza si deve fare sulla propria pelle, sperando sempre di riuscire a raccontarla.
la pista è un argomento particolare, è giusto sfogarsi in pista ma è pur sempre vero che ha dei costi proibitivi in alcuni casi.
una giornata intera a Vallelunga, se non ricordo male, sta sui 350€ più annessi e connessi diciamo che per stare una giornata intera sono necessari non meno di 5-600€ ( salvo cadute ).

 

Re:Come si impara ad andare in moto?

Risposta n. 2
Sempre dipende di ogni uno di noi, c'è chi si diverte a guidare, a passeggiare, a guidare in pista, a fare turismo, a fare cross a guidare fuori strada
per ogni specialità ci vuole la giusta preparazione psicologica, ho capito che, per uno come me che abita in campagna da tanti anni, andare in città mi crea
un certo tipo di apprensione, l'asticella della attenzione si alza di parecchio, non voglio pensare a quello che abita in centro a Roma, Napoli, Milano
uno come Savi,per dire, che si muove nel traffico cittadino tutto il giorno, sarà arrivato ad un grado di padronanza della moto e del ambiente circostante 
che difficilmente raggiungerò mai, stesso discorso per chi è abituato alla pista o altre specialità, la chiave di tutto, credo sia il prendere coscienza dei
propri limiti, capire che non si deve dimostrare niente a nessuno e che lo scopo principale è sempre il portare a casa la pellaccia tutta intera.

Re:Come si impara ad andare in moto?

Risposta n. 3

Sempre dipende di ogni uno di noi, c'è chi si diverte a guidare, a passeggiare, a guidare in pista, a fare turismo, a fare cross a guidare fuori strada
per ogni specialità ci vuole la giusta preparazione psicologica, ho capito che, per uno come me che abita in campagna da tanti anni, andare in città mi crea
un certo tipo di apprensione, l'asticella della attenzione si alza di parecchio, non voglio pensare a quello che abita in centro a Roma, Napoli, Milano
uno come Savi,per dire, che si muove nel traffico cittadino tutto il giorno, sarà arrivato ad un grado di padronanza della moto e del ambiente circostante 
che difficilmente raggiungerò mai, stesso discorso per chi è abituato alla pista o altre specialità, la chiave di tutto, credo sia il prendere coscienza dei
propri limiti, capire che non si deve dimostrare niente a nessuno e che lo scopo principale è sempre il portare a casa la pellaccia tutta intera.


Condivido in toto

Re:Come si impara ad andare in moto?

Risposta n. 4
Bellissimo articolo Savi! Condivisibile al 100%. Anche se tutti gli incidenti descritti mettono un bel po' paura a chi come me, anziché essere oltre i 50 è oltre i 60 e in più è praticamente senza esperienza sulle due ruote.
I consigli sulla massima prudenza in ogni occasione, sul controllo assoluto del mezzo e sul cercare di prevenire eventuali mosse sbagliate da parte degli altri utenti della strada, sono preziosi e da tenere in grandissima considerazione.
Ma se davvero si può imparare solo dagli errori, cercherò capire e valutare con la  moltissima attenzione quelli commessi dagli altri. Sono fortemente motivato a non imparare dai miei!  :D
Grazie Savi!
:lamp: :lamp:
Hawker